LE CONSULTAZIONI (VIRTUALI) DI PAROLIN
A poche ore dall’inizio delle consultazioni formali del presidente Sergio Mattarella al Quirinale, l'agenzia SIR (Servizio di informazione religiosa), l’agenzia dei vescovi italiani, ha rilanciato questa mattina alle 10,12 alcune dichiarazioni sulla crisi rese a Radio Vaticana dal segretario di Stato Pietro Parolin nella tarda serata del 6 dicembre. Parole che, pur riportate dalle agenzie di stampa, erano state quasi travolte dalla fibrillazione istituzionale italiana, perché cadute in un momento molto teso dei rapporti tra il presidente del Consiglio dimissionario Matteo Renzi e il capo dello Stato, quando si trattava di decidere la messa in sicurezza della legge di Bilancio.
Le parole d’ordine di Parolin sono: "Cercare unità", "senso di responsabilità". Con un'aggiunta molto significativa, che può suonare critica nei confronti dell’operato del governo uscente: "Quello che manca è ascoltare e dare risposta ai problemi dei cittadini”. Anche sull’immigrazione, Parolin dà atto al governo di aver fatto quello che poteva di fronte all’emergenza, ma che la reazione immediata non è più sufficiente, ormai bisogna pensare a piani di lungo respiro per l’ integrazione. Quest’ultimi aspetti appaiono una sottolineatura molto importante, coerente con l’analisi del voto referendario, per cui la vittoria del No è stata determinata dalla bocciatura di alcune politiche governative in materia di sicurezza sociale e lavoro.
Parolin sottolinea infine che la Santa Sede sta seguendo da vicino la crisi di governo. E le sue dichiarazioni rilanciate oggi dalla SIR, diretta da Mimmo delle Foglie, fanno entrare di fatto il Vaticano virtualmente nelle consultazioni.
Preoccupazione. “Seguiamo con molta attenzione tutte le vicende e anche le ultime non potevano non interessare direttamente anche la Santa Sede. Quindi con preoccupazione, però direi anche con la certezza che l’Italia ha le risorse umane, spirituali, culturali per affrontare anche questa nuova fase e cercare di trovare delle soluzioni”, dichiara il segretario di Stato vaticano.
Due punti: “Insisterei su due punti che erano già stati riportati e che mi sembrano molto importanti: tutti, di fronte a questa nuova fase, dobbiamo avere un grande senso di responsabilità e lo devono avere soprattutto le forze politiche; l’altro punto – aggiunge – è cercare questa unità che consiste pure nelle diversità delle posizioni, nella volontà di costruire davvero il bene comune e di essere attenti ai problemi della società, di essere attenti ai problemi dei cittadini, perché credo che questa sia una delle cose che manca: i politici devono sviluppare di più questa capacità di ascolto e di risposta”.
Le emergenze: giovani e famiglia Alla domanda su quali siano le principali emergenze, Parolin risponde: “Credo che le emergenze sono tante e rimangono un po’ sempre quelle che conosciamo: prima di tutto, l’emergenza lavoro per i giovani, quindi l’occupazione per i giovani, l’emergenza famiglia; il bisogno di rafforzare la famiglia per noi è fondamentale proprio perché la famiglia continua a rimanere il pilastro, la base, la cellula della società”.
Integrazione e (non più soltanto) immigrazione. “C’è anche l’emergenza immigrazione; credo - continua Parolin - che il governo abbia cercato di fare quello che si poteva di fronte all’emergenza, non dobbiamo negarlo”. C’è, però, un progetto più ampio, una visione più ampia che dovrebbe essere quella “dell’integrazione”, questa parola magica su cui si dovrebbe lavorare di più proprio perché non si diano soltanto risposte immediate ma si abbia una visione a lungo termine che permetta di gestire in modo positivo e costruttivo anche questa realtà che è diventata la realtà di tutti i giorni”.
(pubblicato su l'Huffingtonpost.it l'8 dicembre 2016)