MORTE A MALTA DI "WIKILEAKS DA SOLA"
È un fatto estremamente raro che il Papa invii un messaggio di condoglianze tramite il Segretario di Stato per la morte di un privato cittadino. Ma Francesco lo ha fatto per esprimere la sua tristezza "per la tragica morte" della giornalista maltese Daphne Caruana Galizia, saltata in aria insieme alla sua auto riempita di Semtex (un esplosivo ormai usato quasi unicamente dalla mafia). Il Papa ha assicurato la sua preghiera per la donna, per la sua famiglia e per tutta la nazione (per la stragrande maggioranza cattolica) "in questo difficile momento". Caruana Galizia infatti era una reporter investigativa che aveva rivelato la corruzione del paese e dei suoi politici (pubblicando i Malta files dei Panama Papers). La lettera di condoglianze scritta dal Segretario di Stato, Pietro Parolin, è indirizzata all'arcivescovo di La Valletta Charles Scicluna, un funzionario di lungo corso del Vaticano (dove era stato "pubblico ministero" nei processi contro i preti pedofili durante il Pontificato di Benedetto XVI), tornato in patria nel 2012.
Il gesto del Papa rivela una presa di coscienza del fatto che l'isola Malta (la cui storia è così strettamente intrecciata al cattolicesimo e da cui provengono finanzieri ed economisti maltesi che hanno in parte sostituito "gli italiani" nella gestione delle finanze vaticane) è diventata purtroppo negli ultimi anni, sempre di più patria di riciclaggio, occultamento di ricchezze al fisco degli altri paesi europei, e quindi, di corruzione. Un problema contro cui Francesco si è scagliato con forza e così il nuovo dicastero per lo Sviluppo umano integrale presieduto dal cardinale Peter Appiah Turkson. Allo stesso tempo l'isola sembra aver sostituito la Sicilia in tante attività criminose, tanto che la nostra Commissione antimafia, presieduta da Rosi Bindy, si recherà a Malta la settimana prossima.
Nell'isola che è diventata veramente un polmone finanziario dell'Europa (visti i suoi legami da una parte con Londra e dall'altra con il Lussemburgo), la barbara uccisione di una giornalista, è suonata come un forte campanello d'allarme per tutti.
Il pomeriggio del 23 ottobre 2017 alla stessa ora in cui, esattamente una settimana prima, è saltata in aria la giornalista, una Messa di suffragio è stata celebrata dall'arcivescovo della Valletta Charles Scicluna, a Bidnija, il paese in cui abitava, in una piccola cappella poche centinaia di metri dal punto in cui è avvenuto l'attentato. Tra i politici (molti ex primi ministri, ex presidenti e parlamentari) e le personalità che hanno partecipato al rito, anche la presidente della Commissione antimafia italiana, Rosy Bindi che guida una delegazione che per due giorni è nell'isola per incontri istituzionali (una missione fissata da tempo).
Centinaia i semplici cittadini, che sono dovuti rimanere fuori della porta, perché non c'era spazio per tutti. La famiglia di Dafne (il marito e i tre figli) - che accusano le autorità maltesi di complicità nel delitto - invece non era presente, nonostante la loro casa sia proprio lì vicino. La stessa mattina, il marito e figli hanno dovuto presenziare all'udienza di un processo per diffamazione intentato contro Daphne dal ministro dell'Economia di Malta, Chris Cardona (per il diritto maltese in questi casi, se l'imputato muore ,la causa viene continuata contro gli eredi che rischiano una multa di circa 11 mila euro). L'udienza è stata aggiornata. Ma sono altre decine e decine le cause pendenti contro la donna.
"Coloro che hanno ucciso Daphne Caruana Galizia volevano farci paura e terrorizzarci", ha detto l'arcivescovo Scicluna durante l'omelia. "Il mio solenne appello è di non essere impauriti", ha aggiunto. Al termine della messa la delegazione italiana ha avuto un lungo incontro con l'arcivescovo Scicluna che ha chiesto alla Bindi di non lasciare sola Malta.
"Abbiamo voluto rendere omaggio alla memoria di una giornalista uccisa perché faceva il suo dovere", ha detto la presidente dell'Antimafia. Venerdì scorso Papa Francesco aveva mandato un messaggio di condoglianze (a Malta, quella cattolica è la religione di Stato), un gesto rarissimo quando muore un privato cittadino.
La messa è finita con l'inno nazionale e Scicluna che ha gridato: "Viva Malta". Poi l'arcivescovo si è rivolto ai giornalisti e ha chiesto loro di continuare a fare il loro lavoro senza paura o favoritismi. Per terra una bandiera maltese, fiori e messaggi, deposti da sconosciuti. Uno tra tutti: "La tua penna è più forte del Semtex. Quello che hai rivelato non è può essere spazzato via da un'esplosione".
La giornalista (di cui non sono stati ancora autorizzati i funerali, a motivo delle indagini in corso) scriveva per molte pubblicazioni e il suo blog era altamente seguito. A Malta aveva un significativo soprannome. La chiamavano "Wikileaks da sola". E questo dice tutto sulla sua vita e sulla sua morte.
(sintesi degli articoli pubblicati sull'Huffingtonpost il 20 e il 23 ottobre 2017 )