IOR: un sequestro milionario e un nuovo Statuto
E’ un risarcimento danni che da solo potrebbe superare l’attivo di bilancio dello IOR che nell’ultimo anno disponibile ( il 2016) è stato pari a 36 milioni di europeo ( dopo i 16 milioni del 2015) .
Ieri il Tribunale civile vaticano ha condannato i due ex amministratori della cosiddetta banca vaticana, Paolo Cipriani e Massimo Tulli ad una cifra monstre che - secondo indiscrezioni che provengono dal Oltretevere, ma non in forma ufficiale (cioè tramite comunicati o dichiarazioni di portavoce) -ammonterebbe a 47 milioni di euro. Un dato che non è stato smentito.
Un danno causato da "mala gestio" in riferimento - e questo invece è ufficiale - ad operazioni compiute nei primi mesi del 2013. In pratica si tratta di una sentenza collegata alla causa civile intentata dallo IOR, diretto da Jean Baptiste De Franssu e da Gianfranco Mammì, il 6 ottobre 2017 davanti al Tribunale civile di Malta contro fondi di investimento maltesi Optimum ,Futura Fund, K Fund e i loro amministratori. (http://www.huffingtonpost.it/2017/10/11/un-raggiro-da-17-milioni-di-euro-lo-ior-porta-malta-in-tribunale-nellintreccio-anche-la-popolare-di-vicenza_a_23240177/)
Lo IOR ha emesso il seguente comunicato la sera del 6 febbraio : "Con decisione pubblicata quest’oggi, il Tribunale Civile dello Stato della Città del Vaticano ha riconosciuto due ex Dirigenti di lungo corso dello IOR responsabili di mala gestione. La Corte ha ordinato loro di risarcire lo IOR dei danni emersi. La decisione della Corte è il risultato della causa civile avviata dallo IOR nel settembre 2014 attraverso un’approfondita ispezione degli investimenti finanziari intrapresi dall’Istituto nella prima metà del 2013. Tale decisione è un passo importante che dimostra il significativo sforzo del management dello IOR negli ultimi 4 anni per trasformare l’Istituto. Dimostra il costante impegno dello IOR verso una governance forte, verso la trasparenza della propria operatività e la determinazione nel soddisfare i migliori standard internazionali. Conferma infine la volontà dello IOR di perseguire attraverso procedimenti giudiziari qualsiasi cattiva condotta intrapresa a suo danno, non importa dove e da parte di chi".(http://www.ior.va/content/dam/ior/documenti/ComunicatiStampaNotizie/2018/italiano/Comunicato%20Stampa%206.02.2018.pdf).
La vicenda costituisce una novità assoluta per almeno tre fattori. 1) Innanzitutto la grande entità del risarcimento. Esso dovrebbe almeno in parte essere garantito da un sequestro preventivo già effettuato dal Tribunale civile vaticano nel 2014 nei confronti di Cipriani e Tulli e che è stato riportato al punto 8 dell’atto di comparizione depositato a Malta dallo IOR, il 6 ottobre 2017, per il processo nell’isola. Nel documento depositato infatti si fa riferimento a una cifra di 27 milioni e 800 mila euro sequestrati nel 2014 a Cipriani e Tulli, in relazione agli investimenti contestati.
2) E’ importante inoltre la motivazione (' mala gestio' ) , quindi il legame tra“valutazione ‘economica’ della gestione e l' azione civile per danni ( mentre fino ad ora i procedimenti riguardanti lo IOR erano stati sempre penali , cioè collegati ad ipotesi delittuose come il riciclaggio, la corruzione e il peculato).
3) E' infine evidente la stretta connessione della sentenza di condanna emessa ieri contro Tulli e Cipriani con il procedimento civile incardinato Malta contro i fondi maltesi e i loro amministratori: la sentenza civile vaticana giocherà un ruolo fondamentale nella causa a La Valletta, che è iniziata l’8 gennaio 2018. Il deposito della motivazione della sentenza contro Cipriani e Tulli è attesa entro un mese.
Del sequestro preventivo di 27 milioni e 800 mila, riportato nell'atto di citazione alla Valletta, non si parla in quanto tale nella Relazione resa dal Promotore di Giustizia Gian Piero Milano nella sua apertura dell’anno giudiziario il 3 febbraio scorso, relazione che pure fa riferimento all’imminente deposito della sentenza contro i due ex manager dello IOR.
Dal Promotore di Giustizia Milano sappiamo che la causa ha riguardato "danni da investimenti finanziari altamente onerosi per l’Istituto; i convenuti hanno contestato la fondatezza degli addebiti ed agito in riconvenzionale". Si è trattato insomma - ha detto Milano - di " questione molto complessa e dibattuta, che ha richiesto numerose udienze istruttorie anche con ricorso a perizie di carattere finanziario".
Riforma dello Statuto IOR elimina il collegio dei Revisori .Nel frattempo- secondo quanto ha riferito l’Ansa - il Consiglio d’amministrazione dello IOR ha esaminato la complessiva modifica dello Statuto del 1990 (varato dopo lo scandalo del Banco Ambrosiano), per adeguarlo alle nuove normative vaticane). La revisione proposta comprenderebbe anche l’eliminazione del collegio dei Revisori contabili. Mentre verrebbe istituito un nuovo organismo di vigilanza la cui nomina spetterà alla direzione generale dello IOR e non più al consiglio d’amministrazione ( board o Consiglio di sovrintendenza).
Come è noto, ai sensi del codice civile italiano (cui quello vaticano fa riferimento) funzione principale del revisore è quella di controllare la regolare tenuta delle scritture contabili ogni 3 mesi, di verificare se il bilancio di esercizio corrisponda alle risultanze delle scritture contabili, e esprimere un giudizio sul bilancio di esercizio.
Se l'organismo di vigilanza verrà nominato dalla direzione generale, Mammì, (che gode della totale fiducia di Papa Francesco ) diventerà quindi ancor di più il dominus dell’Istituto.