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APSA: VA VIA GALANTINO E ENTRA UN 48nne SALESIANO

di Maria Antonietta Calabrò



Il 13 settembre  l’arcivescovo  Nunzio Galantino presidente dell’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica ha ricevuto i vaticanisti  nella Sala del Vasari di uno dei pezzi pregiati  dell’Apsa , il Palazzo della Cancelleria (nel cuore di Roma).  E li ha accompagnati personalmente per una visita guidata ben reclamizzata come operazione di trasparenza in qualche modo connessa alla “trasparenza finanziaria”, chissà poi perchè, visto che il Palazzo in questione è normalmente aperto a convegni, visite ed iniziative pubbliche.

L’ “open day”  (su cui hanno scritto agenzie e testate internazionali) tuttavia non è bastato a Galantino per essere rinnovato per un secondo  quinquennio alla guida dell’Apsa.

Dopo aver depositato un bilancio relativo al 2022 che ha visto “peggiorare a 32 milioni il risultato operativo” ( come ha titolato l’Ansa ) il 2 ottobre 2023 Galantino non si è visto rinnovare un secondo mandato (la cui possibilità è prevista anche nella nuova Costituzione apostolica  sulla Curia “ Praedicate Evangelium”) ,nonostante abbia appena compiuto i 75 anni.

Il profilo del suo successore un salesiano  bresciano di appena 48 anni don Giordano Piccinotti, nominato sotto-segretario della stessa APSA, a gennaio 2023, in una sorta di affiancamento, non potrebbe essere più significativo per segnare il cambiamento. Don Piccinotti, è direttore della Fondazione Opera Don Bosco nel Mondo a Lugano, in Svizzera; procuratore della Fondazione Istituto Elvetico Opera Don Bosco sempre a Lugano; direttore esecutivo della Fondazione Opera Don Bosco onlus a Milano; membro del Consiglio della Stiftung Don Bosco in Der Welt a Schaan, in Liechtenstein; tesoriere del Consiglio di Amministrazione della ONG VIS.

Il primo mandato di presidente dell’Apsa di Galantino era  iniziato il 26 giugno 2018 , pochi giorni prima  del conferimento del  cardinalato a monsignor Angelo Becciu.

Fino ad allora e a partire dal 2013  l’alto prelato pugliese era stato segretario generale della CEI e considerato uno degli “uomini nuovi “ di Papa Francesco.

Nel processo  aperto in Vaticano sul cosiddetto Palazzo di Sloane Ave  a Londra (contro dieci imputati tra cui l’ex sostituto Becciu) erano però emerse - ed è stato riportato nella richiesta di secondo rinvio a giudizio contro gli imputati del 25 gennaio 2022  - una serie di sollecitazioni di Becciu  nei confronti della CEI (tra il 2013 e il 2015 )  per venire incontro alle necessità della cooperativa SPES collegata alla Caritas di Ozieri, gestita da suo fratello , ottenendo l’invio di bonifici per circa 600 mila euro.

Gli accecamenti su questi bonifici  della CEI sono scattati dopo che il 27 settembre 2021  (quindi dopo il primo rinvio a giudizio dell’estate 2021)  il vescovo di Fermo, monsignor Rocco Pennacchio, Economo della CEI, ha reso una circostanziata dichiarazione ai Promotori di giustizia, da cui è scaturita il 30 dicembre 2021 una Relazione della Gendarmeria “che evidenzia una serie di elementi di sicuro interesse investigativo che tuttavia , non possono essere approfonditi, soprattutto in ragione di esigenze di economia processuale, nell’ambito del presente procedimento”.

In sostanza la questione è stata stralciata, e le indagini proseguono.

Al momento della nomina all’Apsa (giugno 2018) il quotidiano economico di proprietà della Confindustria  “Il Sole 24 ore “di cui Galantino è  assiduo collaboratore ( chiamato nel 2016 dal direttore Roberto Napoletano ), pronosticava una rapida concessione della berretta cardinalizia, che però non è mai arrivata.

Nel frattempo l’Apsa ha recepito tutti gli asset patrimoniali della Segreteria di Stato che Papa Francesco ha sottratto alla Terza Loggia dopo il disastro della vicenda del Palazzo acquistato da Raffaele Mincione. E ha incamerato i proventi della sua vendita avvenuta nel giugno 2022, pari a 216 milioni. Ciò nonostante l’Apsa (che in quanto ente si è costituita parte civile al processo vaticano che prima di Natale andrà a sentenza) ha reclamato danni patrimoniali complessivi per 270 milioni di euro, che sarebbero stati causati dalle condotte degli imputati.

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