BORGHESI : “LE BATTAGLIE ECONOMICHE E POLITICHE HANNO BISOGNO DI UN PRETESTO TEOLOGICO PER POTERSI GIOCARE”
Ceccanti : “Nei testi conciliari c'è il primato per la democrazia, c'è l'abbandono dell'idea dell'equidistanza tra le forme di Stato e c'è il primato per la democrazia. Questo fu il grande scontro per esempio sull'adesione alla Nato tra Montini e Tardini. Tardini era contro l'adesione alla Nato. Montini, voleva assolutamente che l'Italia aderisse alla Nato.”
Trascrizione della prima parte della presentazione del libro “IL TRONO E L’ALTARE .
JMBrocal : Il titolo di questo libro “IL TRONO E L’ALTARE è una provocazione, Maria Antonietta, no? “Guerra in Vaticano, una storia inedita” . Ma è di fatto così. Quello che questo libro racconta è una guerra che è tuttora in corso. Maria Antonietta Calabrò ed io o, tutti e due, in questi mesi, io stavo facendo un libro, lei anche faceva questo, ci stavamo interrogando insieme su cosa accomuna i pontificati di Benedetto XVI e di Papa Francesco e salta agli occhi il fatto che le lotte senza esclusione di colpi, gli intrighi, i gattopardi, il peso del denaro, anche quello sporco, hanno provato a bloccare la sala macchina della Barca di Pietro. Quindi bisogna anche ringraziare la casa editrice Cantagalli perché ha pubblicato quest'opera che a me sembra un libro dei libri. È un percorso degli ultimi 20 anni perché parla di Papa Francesco, parla di Benedetto XVI ma anche di Giovanni Paolo II e di personaggi di quel pontificato, di Ali Agca e di Emanuele Orlandi del Banco Ambrosiano. Si parla di spie in Vaticano, dell'Italia, dell'Europa, si parla degli Stati Uniti, si parla della Cina, di Russia, del Cardinale Pell, del Cardinale Becciu e ha il merito in tutta questo insieme disordinato di elementi eterogenei, di questo coacervo, di mettere tutto insieme e far chiarezza, far luce in una specie di puzzle nel quale è molto difficile avere un quadro completo perché vediamo molte storie staccate una delle altre e lei riesce a farci capire qual è il filo conduttore. Ed è curioso come viene fuori un intreccio dove sembra che molte di queste cose non siano frutto del caso.
Maria Antonietta Calabro espone i fatti senza trarre le conclusioni. A me piace che le conclusioni le lascia il lettore che non prende posizioni ma racconta i fatti e che non è un libro dietrologico, cioè il tono del libro è tutt'altro, non è una spy story ma è una story ed è un lavoro giornalistico che a me è piaciuto moltissimo e che mi sono goduto tantissimo e mi ha aiutato anche a mettere in ordine le idee e ho trovato delle chicche che poi racconterò. Ammiro molto Maria Antonietta, l'apprezzo molto perché ha una capacità che sta anche scomparendo tra noi giornalisti, che è quella di trovare informazioni e cercare informazioni nei lunghissimi atti dei processi. Lei ha il coraggio di “nuotare” in questi documenti.
“Il trono e l'altare”. Nel passato i monarchi, i re, potevano condizionare il Papa presentando dei veti nel conclave. Loro dicevano chi non poteva essere eletto, chi poteva essere eletto e adesso non più, ci sono adoperati per impedirlo, però ovviamente i re, i monarchi, anche i capi di stato hanno trovato come, in qualche modo, condizionare i pontefici e la serena attività della Santa Sede.
Il filo rosso di questo libro è come negli ultimi decenni l'influenza globale del Vaticano è entrata in rotta di collisione con gli interessi di altri Stati e questi non sono rimasti a braccia incrociate, non è che sono rimasti fermi, dagli USA alla Cina, dalla Russia all'Unione Europea, all'Italia, quindi si parla di soldi, dell'influenza delle potenze straniere, di altri interessi che lavorano per degli Stati attraverso i servizi segreti. Veri e propri episodi di spionaggio ai danni della Santa Sede per influenzare il governo della Chiesa Cattolica.
E’ con noi il professore Massimo Borghesi che ha fatto il libro più interessante che c'è nel mercato sulla formazione intellettuale di Papa Francesco e che molti di noi abbiamo non solo letto ma anche usato per il nostro lavoro quotidiano, io continuo a usarlo, faccio pubblicità, mi scuserà la Cantagalli, a “Giorgio Mario Bergoglio una biografia intellettuale” di Jakabook anche se dal 2017 ha scritto tanti libri, lui è stato professore ordinario di filosofia morale presso l'Università di Perugia, esperto di Hegel, di Romano Guardini, i suoi lavori su Romano Guardini sono stati di estrema utilità per me, anche Augusto del Noce. Ha scritto molto - e per questo ci interessava moltissimo che oggi ci accompagnasse - sul dissidio cattolico perché conosce molto bene le manovre dei teocon americani per frenare il Papa.
Adesso sarà molto interessante vedere che piega prenderanno le cose con il cambio di amministrazione alla Casa Bianca. A me impressiona come si siano mobilitate le stesse forze contro i due papi, i parallelismi che ci sono tra il Vatileaks I e il Vatileaks II. Maria Antonietta Calabrò nel libro una frase inquietante di Monsignor Viganò che dice tutti i mali della Chiesa sono nati con il Concilio Vaticano II e con Ratzinger.
Gli stessi settori che hanno attaccato Benedetto XVI attaccano Papa Francesco. Non so lei, professor Borghesi, come la pensa, se questo è corretto.
PROF. MASSIMO BORGHESI . Grazie al Dottor Brocal che è autore dell'intervista così interessante al Papa intitolata il Successore. Buona sera a tutti voi :sono contento di essere qui a presentare il volume di Maria Antonietta che oltre che bravissima giornalista è anche una cara amica.
Dico subito che ho apprezzato molto il volume innanzitutto come diceva adesso il dottor Brocal per la sua documentazione perché è del mestiere, offre su un piatto d'argento dati, informazioni, riferimenti che permettono davvero di avere un quadro non dico completo, però molto sostanzioso sulle cose accadute in Vaticano appunto negli ultimi venti anni e quindi è uno strumento di lavoro per chi è del settore, giornalisti e non solo storici che si trovano il materiale a disposizione. E poi l'ho apprezzato molto perché in mezzo a questo magma degli scandali davvero inquietante rappresenta però dietro tutto questo veramente una difesa dei papi degli ultimi tempi. Non è appunto come ci diceva adesso il Dottor Brocal un libro scandalistico come ne abbiamo visti diversi negli ultimi anni che hanno fatto cassetta abbondante, no qui abbiamo una difesa, una difesa intelligente degli ultimi papi a partire da Giovanni Paolo II ma in particolare il testo si sofferma su Benedetto XVI e su Papa Francesco e a me è interessato molto questa difesa comune di Benedetto e di Francesco perché da questo punto di vista certamente il volume si pone contro la narrazione consueta, quella che unisce destra e sinistra, conservatori e progressisti e qual è la narrazione consueta? Quella per cui il passaggio dall'uno all'altro sarebbe stato scandito da una rottura, una rottura addirittura non solo tra due papi ma nell'intera storia della chiesa. Per alcuni anni è passata questa vulgata ,con Francesco iniziava una nuova storia della Chiesa che rompeva radicalmente con il passato e naturalmente Papa Ratzinger sarebbe stato l'ultimo rappresentante del passato con le sue pantofole e le sue berrette e l'unico gesto apprezzabile di Papa Ratzinger sarebbe stato le sue dimissioni alla fin fine, sarebbe stato ricordato solo per le sue dimissioni. Ebbene questa vulgata, questa lettura è contestata tra le righe da Maria Antonietta, perché al di là delle differenze che sono innegabili, ci sono differenze sensibili tra Papa Benedetto e Papa Francesco, di stile innanzitutto, ma anche di scelte, di valutazioni diverse rispetto al mondo secolare, quindi certamente ci sono differenze che vanno valutate, ma non c'è stata sicuramente quella rottura che dataluni è stata registrata o meglio auspicata, non c'è stata anche se importanti settori della chiesa hanno fatto di tutto perché questa rottura avvenisse. Ecco qui è il punto della questione, non sono loro i due papi che hanno polemizzato tra loro, ma sono stati altri alle loro spalle che hanno tentato in tutti i modi di metterli in contrasto e Maria Antonietta Calabrò mostra molto bene come Benedetto non sia mai stato il mastino tedesco, il conservatore anticonciliare, ma come si fa a dire che Benedetto è stato anticonciliare? Per tutta la sua teologia e poi tutto il suo pontificato è stato improntato all'idea del concilio Vaticano secondo, anzi potremmo dire che è l'ultimo protagonista del Concilio Vaticano secondo, visto che Papa Francesco non ha partecipato direttamente all'assise conciliare. Il Concilio è stato per Benedetto, come è per Francesco peraltro, il punto di riferimento e la Calabrò precisa bene come Benedetto XVI abbia addirittura assunto il suo nome da Benedetto XV, il papa della inutile strage durante la prima guerra mondiale, colui che condannava l'inutile strage, contestato allora come lo è oggi Papa Francesco e come lo è stato Giovanni Paolo II nel 2003 durante la guerra contro l'Iraq, contestato proprio per questa sua posizione sulla guerra. Benedetto XV fu duramente attaccato dalle potenze europee per questa dichiarazione sulla guerra come inutile strage e molti cattolici in Italia contestarono e criticarono, sia pure non apertamente ( allora si era più cauti ) , però sotto banco c'era un dissenso profondo del mondo cattolico italiano verso le afformazioni di Benedetto XV, tutto si ripete.
Ebbene, Ratzinger ha scelto Benedetto XV come riferimento il papa dell'inutile strage e, scrive la Calabrò, solo in secondo luogo si è riferito a San Benedetto come patrono dell'Occidente, come dire, non è stato il papa occidentalista, non ha scelto il nome di Benedetto perché voleva essere il pastore dell'Occidente cristiano. Anche questa è una vulgata che è passata abbondantemente. Benedetto, anche da papa emerito, è sempre stato, lei dice, fedele a papa Francesco.
Il 20 settembre del 2018 il settimanale tedesco Bild pubblica lettere di Benedetto, critiche verso il cardinal Brandemuller che lo aveva criticato aspramente per le sue dimissioni. E questo è interessante, Brandemuller era uno dei quattro, come dire, cardinali che avevano sollevato il tema dei Dubia in merito ad Amoris Laetitia. Gli altri erano il cardinal Meissner di Cologna, il cardinal Burke americano, il cardinal Carfara di Bologna.
Ebbene la Maria Antonietta Calabrò ricorda come da parte sua, Francesco, come confermerà nel libro-intervista “Il Successore”, abbiamo qui l'intervistatore, e nel 2024 lui dice una cosa interessante, papa Francesco svela i segreti del conclave e dice lui, lo può fare perché io sono papa e non sono vincolato ai segreti del conclave, no? E dice che nel conclave del 2005 dice Francesco lo avrebbero usato proprio per bloccare Ratzinger, è la prima ricostruzione in tal senso di questo perché si diceva invece ecco già nel 2005 Bergoglio è l'antitesi di Ratzinger e ora invece lui svela un retropiano, i voti andati a lui servivano solo per bloccare Benedetto, il futuro Benedetto e per convogliarli poi su un'altra persona, no? E il papa Francesco aggiunge, no? “In realtà Ratzinger era il mio candidato, dichiarazione esplosiva rispetto a tutte le pagine vergate, analisi a non finire, quante pagine vanno nel cestino con questa semplice affermazione, no? E questa confusione sconfessa radicalmente la leggenda dei due papi contrapposti, no? E conferma quello che accettava prima il dottor Brocal come le critiche famose, critiche durissime, critiche ce le siamo già dimenticate, dell'annuncio negli Stati Uniti del vescovo Viganò, no? Che nell'ultima fase delle sue critiche a papa Francesco, no? Le critiche si estendono anche a papa Benedetto e all'intero Vaticano II e a tutti i papi venuti dopo il concilio Vaticano secondo. Allora qui capiamo che il problema non è papa Francesco, il problema è la linea conciliare, sono tutti i papi venuti dopo il concilio e il Viganò è colui che invocava le dimissioni del papa, perché ormai era lui l'antipapa, ha avuto un credito enorme nella chiesa americana, no? Dopo Amoris Letizia e lo invocava alle sue dimissioni per aver coperto gli scandali del cardinal McCarrick, a suo dire. Poi si è rivelato che tutto questo non aveva un briciolo di verità, la Santa Sede ha varato un dossier su il cardinal McCarrick che ripercorre in maniera analitica tutto e si è visto che l'arcivesco Viganò che era nunzio negli Stati Uniti per tanti anni non ha detto nulla sugli scandali del cardinal McCarrick, anzi lo frequentava e ne aveva tessuto pure gli elogi. Questi hanno una faccia di bronzo che non finisce mai, no? Con queste dichiarazioni Monsignor Viganò e soprattutto con il suo appoggio a Trump nelle passate elezioni, quando dipingeva Trump nel 2016. Lui ha scritto due lettere al presidente Trump in cui Trump diventa il catechon, il potere che frena l'anticristo e l'anticristo evidentemente è il Papa, qui siamo ormai in un'orbita di un messianismo rovesciato incredibile che ci fa capire la confusione grande sotto il cielo, no? Viganò in realtà si è bruciato e oggi non lo ricorda più nessuno, ma per 3-4 anni è stato una potenza, perché dietro aveva nei media, aveva parte dell'Episcopato americano, aveva tanti mezzi finanziari, tanto per citare il contenuto del nostro libro.
Ecco, la stessa Chiesa americana, perché il problema di tutte queste intrecci, speculazioni, ostilità, opposizioni passano moltissimo attraverso l'Episcopato americano. Quella Chiesa aveva trovato, prima di Viganò, nel Cardinal Raymond Burke, il suo punto di riferimento, il critico radicale di Amoris Letizia, colui che aveva firmato la famosa lettera. Pensate un attimo, Amoris Letizia è stato contrapposto alla Familiaris Consortio di Giovanni Paolo II, quindi Francesco contro Giovanni Paolo II, ortodosso Giovanni Paolo II, eretico Francesco.
Ma perché? Donde nasceva tutto questo polverone mondiale che ha visto schierarsi Vescovi, Cardinali?Nasceva perché Amoris Letizia consentiva a determinate condizioni, molto severe peraltro, sotto il parere del Vescovo, consentiva di dare la Eucaristia a divorziati risposati, che però avevano dato certa prova di frequentare la comunità cristiana, in un percorso temporale abbastanza lungo, cosa che peraltro moltissimi parroci già fanno sotto banco da molti anni, e questo è bastato per accusare il Papa di eresia. Ebbene, oggi nessuno ricorda più “Amoris Letizia”. Allora il problema che “Amoris Letizia” era il pretesto per delegittimare Papa Francesco.
Dietro c'era ben altri interessi, ma come la Maria Antonietta ci insegna: le battaglie economiche e politiche hanno bisogno del pretesto teologico, per potersi giocare. Le accuse sul Papa eretico, accuse anche in Italia molto sostanziose da parte di alcuni blog, evito di fare i nomi qui per carità di patria, furono rilanciate negli Stati Uniti da First Things, la rivista dei Teocon americani, che era protagonista di questa lotta contro Francesco, e ricordo nomi illustri che anche in Italia, soprattutto tra la fine degli anni 90 e la prima decade del nostro millennio, hanno avuto un peso anche politico in Italia. Mi riferisco a Michael Novak, l'autore del capitalismo democratico cattolico, a George Weigel, che è ancora molto attivo, e a Richard Neuhaus.
E accuse che hanno avuto molto peso negli Stati Uniti e anche in Polonia, perché la Polonia è diventata, dopo la caduta del muro di Berlino, il modello di questo capitalismo cattolico, che naturalmente non gradiva tutte le prese di posizione critiche verso il sistema della globalizzazione che troviamo in “ Evangelii Gaudium “ di Papa Francesco. Ecco, questo contesto infuocato, alimentato dall'avversione al Papa, fu coltivato dalla prima amministrazione Trump, che era molto ostile a Papa Francesco. Vedremo ora come si comporta la nuova amministrazione americana. Ma nella prima c'era Steve Bannon, e Steve Bannon, insieme al Cardinal Burke, hanno tentato di mettere su un centro la “dignitatis humanae”, doveva chiamarsi così, nella ex abbazia di Trisulti. Poi l'operazione non andò in porto per l'opposizione del Ministero dei beni culturali, ma si cercava di fare un polo formativo in Italia che formasse una sorta di destra cattolica liberal in antitesi a Papa Francesco.
Ricordiamo Michael Pompeo, che riprese aspramente il Papa per le aperture verso la Cina. Sono questi motivi di geopolitica che condizionano quelle simpatie o antipatie di cui abbiamo parlato. Ecco che si situano e trovano in questo contesto, che trovano in parte la loro spiegazione, gli avvenimenti descritti da Maria Antonietta Calabro nel suo prezioso volume.
BROCAL .Grazie professor Borghesi. Contestato come tutti i papi, Papa Francesco per la sua posizione sulla guerra ,lei ha ricordato di Giovanni Paolo II, anche Papa Francesco per la sua visione economica e sulla guerra. E' bello sottolineare come “Amoris Laetitia” era solo il pretesto , mentre interessavano tutte altre questioni.
E questo problema continua a essere, questa battaglia è ancora in atto. Vorrei anche salutare Stefano Ceccanti, è stato deputato alla Camera , per il Partito Democratico, fino al12 ottobre 2022, primaè stato senatore della Repubblica, docente di diritto pubblico, costituzionalista, allievo del costituzionalista bolognese Augusto Antonio Barbera. In questa vicenda tra stati, “il trono e l'altare”, mi piacerebbe molto ascoltarlo perché lui- mi ha spiegato Maria Antonietta - che è un grande esperto in diritto pubblico comparato, i rapporti tra gli stati, i rapporti in questo caso tra l'Italia e il Vaticano, tra il Vaticano e altri stati, perché in tutto questo ambito sembra che siano avvenuti anche dei cortocircuiti.
CECCANTI : Grazie. Devo dire che questo libro IL TRONO E L’ALTARE ha una sintonia di fondo con il documento pontificio che è uscito l'altro giorno, pur non essendo in senso stretto un testo storico, intendo con la lettera che ha fatto il Papa sul rinnovamento degli studi storici. Che quel documento ha una parte finale anche di proposta e inizia, prima osservazione, non facciamo apologia sulla storia della Chiesa. Dobbiamo anche essere capaci di un'analisi che individua deviazioni, strutture materiali che non funzionano, è la cosa che fa lui in prima persona con la descrizione del Conclave in cui fu eletto Benedetto XVI. Quindi fare delle analisi spregiudicate significa fare un servizio anche alla Chiesa. Quando ho letto quel documento l'altro giorno mi è venuto in mente questo testo qui, questo libro, che prova a fare questa operazione.
Ora, io mi sono segnato soprattutto cinque punti. Il primo punto, interessantissimo, è la questione del depistaggio della Stasi, il servizio segreto della Germania Orientale, sul caso Orlandi per mettere a tacere la responsabilità sull'attentato a Giovanni Paolo II. Una costruzione molto elaborata, indubbiamente.
Ovviamente quando viene eletto il Papa Polacco è chiaro che c'è un'accelerazione dei processi storici e si andava verso un'esplosione del sistema legato All’Unione Sovietica. Vari autori lo avevano detto anche prima, Bresinski lo aveva scritto anche prima, che con gli anni di quei regimi erano segnati, che era un problema solo di qualche anno. Infatti ho avuto professore a Pisa, il professor Giuseppe Are, che nel pieno 1980 diceva che era un problema di qualche anno, ma è chiaro che quel sistema sarebbe crollato.
Noi lo guardavamo un pochino perplessi. Però è chiaro che ci sono state delle contromisure pesanti e che sono state messe all'opera contro quel passaggio storico. Però appunto, rileggere e leggere così come sono ricostruite nel libro, anche con materiale giudiziario, è molto interessante. Tutta la descrizione di quanto ho detto prima voi la trovate a pagina 112. La seconda cosa che voglio sottolineare è quella che c'è a pagina 197: è la descrizione della simbiosi assoluta che si è venuta a creare sotto Putin con la chiesa ortodossa russa e con la leadership di Kirill. Una simbiosi assoluta a dominanza dell'elemento politico-spionistico ex KGB.
E' descritta in tutta la sua gravità questo fenomeno. Purtroppo l'evoluzione dall'Unione Sovietica in poi, in un primo momento c'era stata un'evoluzione anche nel senso della libertà religiosa, e poi man mano la chiesa ortodossa russa ha chiuso gli spazi di effettivo pluralismo. Ora però questo pone qualche problema, perché è chiaro che la Chiesa cattolica si pone sempre sul piano globale in termini di realpolitik, perché deve preservare la presenza dei cristiani che si trovano in tutti i vari stati, anche quelli più distanti dall'approccio alla Chiesa cattolica.
Però, e quindi da un certo punto di vista, la storia poi ha dato ragione al Cardinal Casaroli e alla sua Ostpolitik, che ha creato e mantenuto gli spazi di libertà e non ha dato ragione ai critici intransigenti che magari umanamente erano più comprensibili perché erano stati perseguitati. Però ecco, io avanzo qualche dubbio sul fatto che le posizioni in materia internazionale sul conflitto ucraino siano state sempre lineari, che, parliamoci chiaro, sulla base di quello che c'è scritto nel Catechismo della chiesa cattolica, c'è un obbligo morale per chi si trovi a governare di rifornire anche di armi l'Ucraina aggredita. Non c'è dubbio alcuno che i criteri della legittima difesa siano riempiti pienamente nel caso ucraino.
Qui invece, per sane esigenze di Realpolitik, però ci sono state le oscillazioni, ci sono dei dobbiamo anche essere capaci di un'analisi che individua deviazioni, strutture materiali che non funzionano, è la cosa che fa lui in prima persona con la descrizione del Conclave in cui fu eletto Benedetto XVI. Quindi fare delle analisi spregiudicate significa fare un servizio anche alla Chiesa. Quando ho letto quel documento l'altro giorno mi èvenuto in mente questo testo qui, che prova a fare questa operazione.
Ora, io mi sono segnato soprattutto cinque punti. Il primo punto, interessantissimo, è la questione del depistaggio della Stasi, il servizio segreto della Germania Orientale, sul caso Orlandi per mettere a tacere la responsabilità sull'attentato a Giovanni Paolo II. Una costruzione molto elaborata, indubbiamente.
Ovviamente quando viene eletto il Papa Polacco è chiaro che c'è un'accelerazione dei processi storici e si andava verso un'esplosione del sistema legato All’Unione Sovietica . Vari autori lo avevano detto anche prima, Bresinski lo aveva scritto anche prima, che con gli anni di quei regimi erano segnati, che era un problema solo di qualche anno. Infatti ho avuto professore a Pisa, il professor Giuseppe Are, che nel pieno 1980 diceva che era un problema di qualche anno, ma è chiaro che quel sistema sarebbe crollato.
Noi lo guardavamo un pochino perplessi. Però è chiaro che ci sono state delle contromisure pesanti e che sono state messe all'opera contro quel passaggio storico. Però appunto, rileggere e leggere così come sono ricostruite nel libro, anche con materiale giudiziario, è molto interessante. Tutta la descrizione di quanto ho detto prima voi la trovate a pagina 112. La seconda cosa che voglio sottolineare è quella che c'è a pagina 197: è la descrizione della simbiosi assoluta che si è venuta a creare sotto Putin con la chiesa ortodossa russa e con la leadership di Kirill. Una simbiosi assoluta a dominanza dell'elemento politico-spionistico ex KGB.
E' descritta in tutta la sua gravità questo fenomeno. Purtroppo l'evoluzione dall'Unione Sovietica in poi, in un primo momento c'era stata un'evoluzione anche nel senso della libertà religiosa, e poi man mano la chiesa ortodossa russa ha chiuso gli spazi di effettivo pluralismo. Ora però questo pone qualche problema, perché è chiaro che la Chiesa cattolica si pone sempre sul piano globale in termini di realpolitik, perché deve preservare la presenza dei cristiani che si trovano in tutti i vari stati, anche quelli più distanti dall'approccio alla Chiesa cattolica.
Però, e quindi da un certo punto di vista, la storia poi ha dato ragione al Cardinal Casaroli e alla sua Ostpolitik, che ha creato e mantenuto gli spazi di libertà e non ha dato ragione ai critici intransigenti che magari umanamente erano più comprensibili perché erano stati perseguitati. Però ecco, io avanzo qualche dubbio sul fatto che le posizioni in materia internazionale sul conflitto ucraino siano state sempre lineari, che, parliamoci chiaro, sulla base di quello che c'è scritto nel Catechismo della chiesa cattolica, c'è un obbligo morale per chi si trovi a governare di rifornire anche di armi l'Ucraina aggredita. Non c'è dubbio alcuno che i criteri della legittima difesa siano riempiti pienamente nel caso ucraino.
Qui invece, per sane esigenze di Realpolitik, però ci sono state le oscillazioni, ci sono dei momenti in cui si distingue nettamente aggredito e aggressore, dei momenti in cui posizioni pacifiste astratte vengono proferite ,come dice la frase di Papa Francesco ”sull'abbaiare della Nato”. Eppure alla NATO tutti questi popoli hanno aderito liberamente perché non volevano ricadere sotto il gioco dell'Unione Sovietica, non è che sia espansa per cattiveria, si è espansa per il consenso di questi paesi che l'hanno chiesto. Io sono d'accordo nell'elenco dei buoni e dei cattivi, però a volte anche i buoni qualche piccola contraddizione ce l'hanno. Mi piacerebbe che venissero ribadite di più questo tipo di criteri sulla legittima difesa che restano fuori.
Noi non possiamo passare da una situazione ( quella precedente al Concilio Vaticano II ) in cui tutte le volte che i cattolici si unirono alle guerre a priori avevano ragione, a una situazione in cui non si può mai avere una legittima difesa legittima. Il discernimento storico porta ad avere dei criteri e a valutare i casi su questi criteri. Questo lo dico anche perché è chiaro che nessuno di noi può chiedere che il Papasia il Cappellano della Nato, i ruoli dei cattolici impegnati in politica sono una cosa e il ruolo del Papa è un'altra, quindi ci può anche essere una legittima differenza nei toni.
Nei testi conciliari c'è il primato per la democrazia, c'è l'abbandono dell'idea dell'equidistanza tra le forme di Stato e c'è il primato per la democrazia. Primato per la democrazia vuol dire che io non posso trattare i regimi democratici che ritengo con tutti i loro difetti più vicini alla dignità umana alla stessa stregua dei regimi non democratici.
Questo fu il grande scontro per esempio sull'adesione alla Nato tra Montini e Tardini. Tardini era contro l'adesione alla Nato, diceva che se l'Italia è neutra la usiamo a favore dei figli della Chiesa per avere spazi. Montini, non a caso figlio di un deputato popolare aventiniano, antifascista, fratello di uno eletto dall'Assemblea Costituente, voleva assolutamente che l'Italia aderisse alla Nato.
Perché lui credeva nel primato delle democrazie, nel fatto che le democrazie si dovessero difendere e e non fossero pari i vari regimi. Per cui segnalo qualche elemento che poi è riportato anche nel capitolo sulla Cina. Perché fermo restando le motivazioni assolutamente sbagliate con cui gli Stati Uniti e l'America si sono opposti al concordato USA-Cina, non è sempre chiarissimo che si tratta di un modus vivendi con un regime antidemocratico che è necessario per salvaguardare i cristiani, e invece a tratti viene quasi definito come un regime democratico che non è. Si deve sempre capire quello che si fa per necessità e quello che si fa per scelta.
Questo è un altro punto delicato. Non tutte le critiche sulla gestione di questo concordato ricadono nelle critiche faziose che sono state fatte dall'amministrazione Trump. Poi risulta, tra tutte le cose, veramente un'eterogenesi dei fini , che il documento conciliare è la dignità degli esseri umani , che è il documento più liberale, nonché costituzionalistico, che esiste e che dice che lo Stato ha dei limiti.
Lo Stato non può ingerirsi in maniera sproporzionata nelle vite delle persone, neanche in materia di libertà religiosa, che è la cosa per noi più importante, e non può essere usato per fare una cosa antiliberale, dai teorici delle democrazie illiberali. Pensate che lo scisma di Lefebvre formalmente accadde sulla Dignitatis Humanae perché era un testo liberale e non voleva lo Stato cristiano. Quindi ci troviamo nel testo più liberale scritto da padre Murray, che era un costituzionalista.
Il testo è veramente, ogni tanto lo faccio vedere agli studenti, astratto dalle parole specificamente cattoliche, è un testo di diritto costituzionale sui limiti dello Stato. Tutti i documenti possono essere usati per tutti gli usi, però essere usati per intitolare una abbazia, per fare un centro di sostenitori delle democrazie illiberali, è esattamente il contrario di quello che è. E poi la parte un po' inquietante, ma ho letto stamattina anche il pezzo di Massimo Fagioli sul Regno, è questo fatto che questi cattolici trumpiani sembrano più trumpianini che cattolici. Sono cattolici nella misura in cui questo gli può servire a difendere posizioni pro-trumpiae.
C'è una cosa un po' simile a quella che era l'Action Francaise, per cui fu condannata dalla Chiesa poi l'Action Francaise. Detto questo, poi, questo è un elemento preoccupante anche rispetto al fatto che la Chiesa deve convivere con l'amministrazione Trump 2. Però, come sempre, quando si fa la lista dei buoni e dei cattivi, bisogna chiedersi cosa hanno fatto i cattivi e i buoni perché vincono i cattivi. Che comunque sia, l'amministrazione Trump 1 vinse nel Collegio elettorale, ma perse in voti popolari.
L'amministrazione Trump 2 ha vinto in voti popolari perché sono clamorosamente scesi di milioni di voti i democratici. Ora, a noi dispiace, indubbiamente. È un fatto negativo per gli Stati Uniti d'America, è un fatto negativo anche per la Chiesa Cattolica.
Però, forse, oltre che segnalare che non ci piace, bisognerebbe anche riuscire a individuare quali sforzi educativi si possono fare per evitare che, forse, i buoni, qualche torto, se hanno perso, ce l'hanno. Questo, molto banalmente, vorrei chiudere con questo. Grazie.
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