top of page

C’È UN GIUDICE IN VATICANO.

di Maria Antonietta Calabrò


Città del Vaticano, 17 dicembre 2023


La sentenza emessa dal Tribunale presieduto da Giuseppe Pignatone (giudici a latere Venerando Marano e Carlo Bonzano) ha onorato l’andamento di un processo (85 udienze, dieci imputati centinaia di migliaia di atti ) che nonostante le dichiarazioni martellanti della difesa per questi due anni e mezzo del dibattimento, è stato un processo in cui il contraddittorio delle parti è stato assicurato così come le garanzie di cui hanno potuto godere tutti gli imputati.

Tanto è vero che complessivamente gli anni di carcere sono stati di fatto dimezzati: da 73 anni (richiesti dell’accusa rappresentata dal Promotore di Giustizia, Alessandro Diddi) a 37 anni. Ma proprio questo dimostra l’accuratezza del lavoro del Tribunale e quindi la solidità della sentenza, anche in vista dei successivi gradi di giudizio.

Come avevano chiesto le parti civili , APSA (patrimonio della Sede apostolica )rappresentata dal professor Giovanni Maria Flick e dalla Segreteria di Stato rappresentata dalla professoressa Paola Severino che in sede di replica si erano rimesse al giudizio del Tribunale circa la qualificazione giuridica dei fatti, ritenuti in sè stessi “tutti provati”.

Così è avvenuto. Molti reati sono stati “cambiati” dal Tribunale in ipotesi criminali inferiori, alcune condotte sono state dichiarate prescritte o non riconosciute come reati. Un imputato completamente assolto - l’ex segretario dell’attuale sostituto Pena Parra - lo era stato anche del sostituto Becciu - monsignor Mauro Carlino, per l’ipotesi di estorsione in concorso con il broker Gian Luigi Torzi; l’ex dipendente della Segreteria di Stato, Fabrizio Tirabassi assolto da 14 capi di imputazione su 17, come ha fatto notare il suo avvocato Cataldo Intrieri. Gli ex vertici dell’AIF, la intelligence unit vaticana, René Bruelhart e Tommaso Di Ruzza sono stati condannati solo ad una multa modesta (mille e settecento euro, per aver omesso la denuncia del reato di estorsione commesso da Torzi).

Resta senza precedenti il fatto che sia stato condannato al carcere da un Tribunale così equilibrato, un cardinale come Becciu, astro nascente del Pontificato di Francesco, autocandidatosi a succedergli, che dal 2013 al 2018 ha esercitato un potere pressochè assoluto in Vaticano, e una grandissima influenza sulla politica, sui media e addirittura sulle istituzioni italiane , come dimostrano alcune nomine delicatissime, “benedette” dall’allora sostituto della Segreteria di Stato, come quella di vertice dei servizi segreti, di cui si è avuta piena contezza nel corso del dibattimento.

Il cardinale Becciu è stato condannato sia per la vicenda dell’acquisto del famoso palazzo di Londra che ha arrecato un enorme danno patrimoniale e reputazionale alla Santa Sede, sia per i soldi fatti arrivare sui conti di Cecilia Marogna (condannata a tre anni e nove mesi) che secondo il Tribunale non avevano nulla a che fare con la liberazione della suora colombiana rapita in Mali ; sia per la cosiddetta vicenda Sardegna, con i soldi vaticani alla cooperativa Spes del fratello di Becciu.

Becciu inoltre è stato condannato in solido con l’ex Credit Suisse Enrico Crasso (sette anni di carcere), il finanziere Raffaele Mincione (cinque anni e mezzo di carcere), Tirabassi (sette anni e sei mesi) alla confisca di 200 milioni e cinquecento mila euro, oltre agli interessi e alla rivalutazione dal 26 febbraio 2014, quale profitto del delitto di peculato. Insieme alla Marogna alla confisca di quasi seicentomila euro, ed ad un'ulteriore confisca di 125 mila euro finiti in Sardegna.

Rimarranno sotto sequestro in vista della confisca fino alla sentenza definitiva tutte le somme già sequestrate (oltre cento milioni in particolare in Svizzera, di cui 60 del finanziere Mincione).

La “stangata” continuerà con i risarcimenti danni , dovuti dai diversi imputati alle parti civili :121 milioni in favore dell’APSA, 80 milioni alla Segreteria di Stato, che dovranno essere versati sui rispettivi conti presso lo IOR.

Si tratta della prima applicazione, sull'obbligatorietà dell'accentramento delle risorse della Santa Sede e delle istituzioni collegate, presso lo IOR come disposto dal rescritto di papa Francesco del 23 agosto 2022. Il versamento dei risarcimento in un conto IOR era stato tra l'altro richiesto espressamente nelle sue conclusioni dall'avvocato Roberto Lipari, dello studio legale Dentons, che ha difeso la cosiddetta banca vaticana come parte civile nel processo.

Becciu è stato invece assolto dall'accusa di subornazione del testimone monsignor Alberto Perlasca, ex capoufficio amministrativo della Segreteria di Stato, che si era costituito parte civile contro il cardinale.

Tutti i difensori degli imputati hanno annunciato appello e hanno continuato a proclamare con forza l’innocenza dei loro assistiti. In particolare l’avvocato Fabio Viglione per il cardinale Becciu.

Paola Severino parlando con Huffpost ha voluto sottolineare che “la sentenza è molto equilibrata, alla fine di un processo storico, in cui è stato riconosciuto il risarcimento del danno alla Segreteria di Stato. Mi sembra - continua Severino - che l’esito conferma la manifestazione della volontà del Sommo Pontefice di fare chiarezza, con un Tribunale che ha dato ampio spazio a tutte le parti del dibattimento”. Per concludere : “In Vaticano si è svolto un giusto processo, tengo a questo aspetto tanto quanto all’aspetto storico. Merito di questo Papa !non era scontato cosi sempli la vicenda molto complessa”.

Il Promotore Diddi ha dichiarato: “Chi fa il pubblico ministero non può essere felice per le condanne. Quello di cui sono soddisfatto è che il lavoro lungo e meticoloso ha retto nonostante le contestazioni che ci sono state mosse in questi in questi anni: ci e' stato detto che siamo degli incompetenti, degli ignoranti, ci e' stato detto di tutto, in realtà il risultato ci da' ragione. E questo per me e' l'unica soddisfazione".

E lui, il Presidente Pignatone? Prima di entrare in camera di Consiglio ha voluto affermare che il Tribunale ha sempre garantito il giusto processo, con un ampio contraddittorio. E in tempi contenuti. I tempi della giustizia sono l’altra faccia della sua equità . Insomma c’è un giudice in Vaticano.

Commenti


bottom of page