DONAZIONI E DOGANA
I CONTI VATICANI , FORSE, NON SONO BUONI, MA SICURAMENTE LE DONAZIONI (COMPRESO L’OBOLO DI SAN PIETRO) OLTRE AD ESSERE INCREMENTATE, DEVONO ESSERE BEN CONTROLLATE , PER IMPEDIRE NUOVI SCANDALI, CIOÈ NUOVE INGENTI PERDITE . VARATO NUOVO ACCORDO DOGANALE CON L’ITALIA.

di Maria Antonietta Calabrò
27 febbraio 2025
Non è un caso che il Presidente della nuova Commissione speciale istituita pochi giorni prima di essere ricoverato da Papa Francesco con un suo Chirografo per centralizzare la gestione delle donazioni (tra cui la più nota sono quelle dell’Obolo di San Pietro) è l’Assessore per gli Affari generali della Santa Sede, monsignor Roberto Campisi che è al tempo stesso il capo dello Comitato per la Stabilità finanziaria e che insieme ai vertici dell’ASIF (la Financial Intelligence Unit del Vaticano) costituisce la delegazione alle sessioni del Comitato Moneyvall del Consiglio d’Europa cioè il Comitato dell’antiriciclaggio ed antiterrorismo cui è sottoposto il piccolo Stato.
È’ stato proprio Moneyvall a sottolineare la necessità di un maggiore controllo sulle donazioni. La Legge antiriciclaggio XVIII del 2013 è stata emendata nel 2023 e sempre nel 2023 l’ASIF - come ha scritto nella sua ultima Relazione annuale l’ASIF appunto - ha tenuto un aggiornamento della Sessione “per le persone giuridiche registrate nel Registro del Governatorato della Città del Vaticano, avente come oggetto "Nuova legislazione sulle persone giuridiche, analisi delle questioni relative alle donazioni, e alla trasparenza" incontro tenutosi il 15-16 febbraio 2023
Papa Francesco aveva detto a un gruppo di dipendenti nell’ottobre 2023 che i conti non tornano e la situazione economica non è buona.
Ad esempio, un bilancio quello stilato dalla Segreteria per l'Economia, indica un deficit strutturale e che solo nel 2023 sono stati persi 83 milioni e mezzo di euro. E’ tanto, ma, comunque meno del “buco” causato dall’investimento a dir poco avventato dell’acquisto del cosiddetto Palazzo di Londra, di Sloane avenue dove la Santa Sede ha perso 100 milioni di sterline. E dove potrà recuperare tutto con molti interessi se il processo penale si concluderà definitivamente con la condanna degli imputati. Visto che la Svizzera ha già posto sotto sequestro ad alcuni dei condannati in primo grado cento milioni di euro, in vista dell’eventuale confisca.
Bisogna trovare un modo per risparmiare di più e cercare altri fondi perché la Santa Sede non può continuare come fa ora, ma bisogna stare attenti che la richiesta di nuovi fondi in donazioni non sia un pretesto per altre attività che finirebbero per distruggere la reputazione della Santa Sede. Perchè è questo che è avvenuto con lo scandalo del palazzo ex Harrods.
La commissione speciale presieduta dall’assessore monsignor Roberto Pennisi che sarà incaricata di cercare fondi per ripulire i bilanci. Sarà composto da cinque persone che risponderanno per il loro lavoro direttamente al Papa.
Ma bisogna evitare anche che la “scusa” di trovare soldi ad ogni costo, porti tra le braccia di persone di dubbia reputazione internazionale.
Ma poi siamo proprio sicuri che la Santa Sede sia sull’orlo della bancarotta? Penso di no, e basterebbe pensare che basterebbe un piccolissima percentuale delle riserve auree vaticane (che si stanno rivalutando enormemente insieme al metallo giallo e che sono conservate a Fort Knox, negli Stati Uniti) per risolvere i problemi di liquidità da qui all’eternità, almeno, quella umana.Sempre che tutto il resto funzioni in modo corretto e pulito. Naturalmente.
Insomma l’allarme sui conti potrebbe avere l’effetto perverso di gettare San Pietro nelle braccia di altri soggetti senza scrupoli, dopo la brutta esperienza degli ultimi dieci anni.
Intanto ieri il Governatorato vaticano ha firmato un nuovo accordo tecnico con l’Ufficio delle Dogane italiane.
Sono lontani i tempi (2012) in cui un sottosegretario alle finanze italiane dovette minacciare nell’Aula di Montecitorio di mettere un passaggio doganale alla Porta di Sant’Anna.
Pubblicato su Huffpost.it il 28 febbraio 2025
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