GEOPOLITICA DI UNO SCANDALO: DAL 2013 INVESTIMENTI VERSO FONDI E OBBLIGAZIONI DELLA RUSSIA
di MARIA ANTONIETTA CALABRO‘
L’esposto-denuncia preparato dall’Ufficio del Revisore generale vaticano (dell’8 agosto 2019) da cui sono partite le indagini sullo scandalo dell’acquisto del palazzo di Londra di Sloane Ave 60, ha messo in evidenza quasi tre anni fa, i rischi reputazionali cui la Santa Sede si è esposta con quell’investimento, prima ancora dei rischi economici e finanziari veri e propri dell’operazione che ha portato a quantificare in 217 milioni di euro le perdite stimate all’inizio del 2022 ( dichiarazioni in Aula il 28 febbraio 2022 del Promotore aggiunto Alessandro Diddi)
In ogni caso già a fine del 2018 gli indici di redditività degli investimenti della Segreteria di Stato - afferma sempre l’esposto del Revisore generale - erano tutti negativi.
Ma appunto erano stati anche messi in evidenza i rischi reputazionali di investimenti , tra i quali quelli in fondi che avevano in pancia titoli di aziende farmaceutiche producono tra gli altri anticoncezionali sanzionati dalla morale cattolica , in istituti di credito travolti da scandali (come la Popolare di Vicenza ) in Italia oppure in fondi di stati esteri come il Sultanato dell’Oman e della Federazione Russa . Testualmente, si legge nell’esposto del Revisore generale: “Su un totale di 586 milioni della Sds ( cioè praticamente tutto il “tesoro” della Segreteria di Stato” , secondo quanto ha affermato in Aula SE Becciu) investiti, ben 437 milioni lo erano in fondi che a loro volta investivano in titoli “di cui il cliente non sa nulla e che potrebbe non condividere” . Alcuni di questi sempre secondo la denuncia del Ufficio drl Revisore generale “sono apparsi investimenti che potrebbero comportare snche un rischio reputazionale per la Santa Sede ( ad esempio titoli del Dultanato dell’Oman, Banca Popolare di Vicenza, Federazione russa, oltre a titoli di case farmaceutiche chr producono anticoncezionali).”.
Becciu non ha saputo come rispondere alla “contestazioni” contenute nell’esposto, sostenendo che fino a che lui è rimasto sostituto la Segreteria di Stato il Revisore generale non ha mai messo piede nella Terza Loggia che è stata una vera e propria”turris eburnea”.
Se andiamo poi a vedere quanto è emerso dalle indagini bancarie e societarie nei due anni di indagini ( il rinvio a giudizio è del 3 luglio del 2021) ormai sappiamo che già “Tra l'ottobre 2013 e il febbraio 2014, la Segreteria di Stato sottoscriveva le azioni del Fondo
GOF per 200 mln/USD, corrispondenti a 166,6 ml/Euro al cambio di fine 2014. In precedenza,
a fine giugno 2013, aveva versato 0,5 min/Euro.” Ma che questo “Fondo investiva, nello stesso anno 2013, in obbligazioni emesse da BANK OF CHINA,
BANCO ESPIRITO SANTO, GAZPROM BANK, IC BANK OF CHINA un ammontare
complessivo di circa 38 mln/Euro.
Inoltre c’è da notare che quei 200 milioni di dollari vennero investiti “di colpo”.
Da qui sono nati gli interrogativi su questa strategia finanziaria intrapresa dalla Segreteria di Stato Su cui è insistito l’interrogatorio di SE Becciu del 5 maggio 2022.
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