ILPAPA, IL 9 MAGGIO DI PUTIN, E LA “PACE “ DI BUDAPEST
di Maria Antonietta Calabrò
Secondo l'agenzia TASS, l'Ungheria è pronta a fornire qualsiasi assistenza al Vaticano nella realizzazione della sua missione di pace per mettere fine al conflitto in Ucraina. Lo ha detto oggi, giovedì, il ministro degli Esteri e del Commercio unngherese, Peter Szijjarto, dopo un incontro con i suoi colleghi dell'Ue a Bruxelles.
Domenica scorsa, Papa Francesco, dopo la sua visita apostolica a Budapest, ha detto ai giornalisti che il Vaticano sta svolgendo una "missione di pace" per risolvere il conflitto in Ucraina. Il Santo Padre ha detto che questa missione "non è ancora pubblica" e che se ne parlerà di più solo in un secondo momento.
Secondo quanto riporta la TASS, commentando l'iniziativa vaticana, Szijjarto ha detto: "Continueremo a fare tutto il possibile per garantire la pace in Ucraina, e siamo davvero contenti che il Santo Padre sia per la pace". "Se il Vaticano ha bisogno di aiuto dall'Ungheria in questo senso, allora può contare sul governo ungherese", ha detto il ministro degli Esteri intervistato dai giornalisti ungheresi, e trasmesso sulla sua pagina Facebook (vietata in Russia, di proprietà di Meta riconosciuto come "estremista" nella Federazione Russa). Secondo il Ministro, dobbiamo ringraziare Papa Francesco "per il fatto che ha assunto con piena determinazione la causa della pace" in Ucraina. Anche il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani ha fichiarato che appoggerà la missione fi pace vaticana.
In realtà,annunciando che il 9 maggio prossimo Putin parlerà dalla Piazza Rossa, in occasione della parata militare che ogni anno celebra la vittoria sul nazismo, il portavoce Peskov, ha ribadito quanto affermato il 2 maggio : "Sappiamo che il Papa pensa costantemente alla pace, a come porre fine a questo conflitto, ma non siamo a conoscenza di alcun piano del Vaticano".
Sulla missione del Vaticano, il 3 maggio è dovuto intervenire il Segretario di Stato cardinale Pietro Parolin, direttamente chiamato in causa dalle tre smentite giunte da Kiev, Mosca e dal Metropolita Hilarion, dopo le dichiarazioni del Papa sul volo di ritorno dall'Ungheria. Parolin ha detto che " sorprende " la reazione do Kiev e Mosca di non saperne niente. "A mia conoscenza"
, ha precisato, "erano e sono a conoscenza" della missione. Alla domanda su come si sostanzierebbe, ha replicato: "Non entro nei particolari. Il Papa ha parlato in questi termini, lasciamo a lui di dare eventuali e ulteriori informazioni". Interpellato ancora sulla negazione della iniziativa targata Santa Sede da parte dei belligeranti e su come interpretarla, ha detto: "Direi che, se non fosse la spiegazione più semplice, che mi sorprende e non so a quale motivazione o ragionamento risponda". Le due parti insomma sono state informate. Dopo le smentite erano state poste alcune domande: Che succede alla influente diplomazia vaticana? Che fa il segretario di Stato cardinale Pietro Parolin che pure ha buoni legami istituzionali con Mosca anche attraverso l’organizzazione Russia ecumenica di don Sergio Mercanzin ?Come mai papa Francesco è andato “ a sbattere” in ventiquattro ore contro tre smentite su tre?
Non si può seriamente ritenere ( come sostiene polemicamente taluno) che in Vaticano ci siano due linee diplomatiche : quella “ufficiale “ della Segreteria di Stato e quella “personale” del Pontefice ( in contatto con il Presidente dei “vecchi credenti” associazione russa vicina Putin). Papa Francesco peraltro molto spesso ha fatto apprezzamenti pubblici , con riferimento alla guerra in Ucraina, alle capacità della diplomazia della Terza Loggia.
Sono domande semplici e dirette sollevate dopo le parole del Papa sul volo di rientro dall’Ungheria, circa l’esistenza di una missione “segreta” per la pace in Ucraina, di cui il Pontefice avrebbe parlato più concretamente una volta che sarebbe diventata pubblica.
Francesco, il 30 aprile, parlando con i giornalisti al seguito sul volo papale aveva sottolineato uno sforzo per cui la Santa Sede sta facendo tutto quanto “umanamente possibile” E poi è emersa una novità: rappresentanti del pontefice potrebbero essere inviati sia a Mosca che a Kiev. E' quanto ha detto un funzionario vaticano sotto il vincolo di anonimato interpellato sempre dall'agenzia Tass, ricordando che il Papa ha precisato che l'iniziativa "non è ancora pubblica".
La circostanza più importante è che il Vaticano - consonante con il Papa - ha voluto più volte sottolineare che la missione di pace non è al momento "pubblica". Francesco invece ha parlato in pubblico. E' "gone public" .Forse serviva una mossa così per smuovere le acque segrete.
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