LA STRAGE DELLA GUARDIA SVIZZERA AL CENTRO DI MOLTI MISTERI VATICANI.
Recensione ragionata del libro dell'avvocato Laura Sgrò che ha letto il fascicolo vaticano nel 2021
di Maria Antonietta Calabrò
È perentoria l’avvocato Laura Sgrò: “L’indagine vaticana sulla possibilità che Estermann fosse una spia è pressochè nulla”. Estermann è Alois Estermann, un ufficiale che per sole quarantott’ore non divenne il Comandante delle Guardie svizzere dopo che una folgorante carriera lo aveva portato al vertice dell’esercito più piccolo del mondo, che veste la divisa disegnata da Michelangelo.
La sera del 4 maggio 1998 venne ucciso in lago di sangue insieme alla moglie venezuelana e a una giovane guardia che secondo la ricostruzione ufficiale sarebbe stato l’autore del duplice omicidio e si sarebbe poi suicidato. Estermann avrebbe dovuto essere nominato Comandante delle Guardie svizzere dopo 2 giorni.
La ricostruzione ufficiale fa acqua da tutte le parti, come ha ricostruito Sgrò nel libro “Sangue in Vaticano” (Rizzoli). E che non regge non solo in base alle molteplici incongruenze della scena del crimine, ma anche da quanto abbiamo appreso negli ultimi due decenni sull’attività di quello che fu dei migliori servizi segreti del mondo, la Stasi guidata dal Markus Wolf, “l’uomo senza volto”.
L’apertura degli archivi seguiti alla caduta del Muro di Berlino, e lo studio dei documenti, danno oggi una nuova consistenza alla figura di “Werder”, questo sarebbe stato il nome in codice di Estermann all’interno del Ministero per la sicurezza dello Stato della Ddr (ipotesi sempre respinta allora dal Vaticano).Solo da pochi anni sappiamo quale fosse il grado di operatività della Stasi in Italia (coinvolta nel 1978 nel rapimento e uccisione di Aldo Moro) e in Vaticano (secondo il giudice Ferdinando Imposimato la Stasi era coinvolta anche nel caso della sparizione di Emanuela Orlandi, 1983).?Secondo quanto ha ricostruito il ricercatore Gianluca Falanga (2017) il caso più spettacolare degli agenti Stasi in Italia fu quello dell’agente Mungo, alias Ingolf Hähnel, un pluridecorato tenente colonnello dell’intelligence che nel 1977 riesce a infilarsi dappertutto, ma soprattutto presso la segreteria di Stato vaticana dove incontra il giovane Angelo Sodano, prima dell’incarico di nunzio in Cile, e dentro Botteghe Oscure di Berlinguer.
Alois entra nella Guardia svizzera nel 1980 direttamente con il grado di capitano (con grande sorpresa dei capi delle Guardie svizzere di allora).
Il libro della Sgrò ( che ha potuto consultare grazie ad una istanza in Vaticano il fascicolo delle indagini dopo più fi 30 snni dalla strage )smantella il mito della narrativa secondo cui sarebbe stato lui a "salvare" san Giovanni Paolo II , colpito in piazza San Pietro dal turco Mehemet Ali Agca, il 13 maggio 1981. Era in piazza, ma oltre 30 metri indietro. Non ha svolto nessun atto per l'incolumità del Papa.
Ma questa narrativa gli e' vslsa dopo due anni un altro scatto di carriera : nell' 83 è nominato maggiore, anche se non è ancora sposato (condizione richiesta per accedere al grado). Insomma brucia le tappe.
Secondo la testimonianza resa a Imposimato dal colonnello Gunter Bohnsack per quasi 25 anni nella sezione “Misure attive” proprio nell’Hva , Estermann era stato reclutato da giovane studente personalmente da Wolf che aveva frequentato a Berna.Una eccezionale somiglianza con Giovanni Paolo II gli permetteva di “sostituire” il Papa polacco negli spostamenti a rischio particolarmente all’estero (secondo quanto affermato al Corriere della Sera, pochi giorni dopo l’assassinio il 9 maggio 1998 dal giudice Rosario Priore”). Nel 2011, uno dei “gladiatori“ italiani Nino Arconte ha dichiarato alla “Nuova Sardegna” di essere stato contatto da “Werder” pochi mesi prima dell’assassinio perchè avrebbe voluto defezionare negli Stati Uniti. Il Muro di Berlino era crollato, ma Wolf era ancora vivo ( morirà forse suicida il 9 novembre 2006, anniversario del collasso della Ddr) .
Il “grande gioco”, insomma, è stato giocato al cancello di Porta S. Anna (l’accesso vicino alla Caserma delle Guardie svizzere).
In quest’ottica la lettera di addio di Cedric Tornay, la guardia svizzera autore del duplice omicidio (secondo il Vaticano) a rileggerla oggi, lo stesso effetto che mi fece allora, mette i brividi: "Devo rendere questo servizio al Papa, ho giurato di donargli la vita, è quello che faccio".
Nel libro, infine, Sgrò riporta un suo recente colloquio dentro il Palazzo Apostolico avvenuto in data e orario insoliti ( di sera tardi, il 23 dicembre) . Ma non rivela il nome dell'alto prelato che l'ha ricevuta. L'istanza per leggere il fascicolo giudiziario vaticano è stata accolta nel maggio del 2021 , dopo che Sgrò si era rivolta anche al Segretario di Stato.
Update della recensione pubblicata du Huffpost.it il 7 dicembre 2022.
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