ORTEGA E IL FIGLIO DEL CAPITANO CORELLI
di Maria Antonietta Calabrò
Alessio Casimirri, nome di battaglia Camillo, è l’unico brigatista rosso presente nel commando di Via Fani che rapì Aldo Moro, il 16 marzo 1978 , condannato a sei ergastoli, a non aver scontato un solo giorno di carcere. Ed è figlio di Luciano, un personaggio leggendario.
Ufficiale italiano durante la seconda guerra mondiale sopravvissuto all’eccidio della Divisione Acqui a Cefalonia, alla sua figura si è ispirato il romanzo dello scrittore britannico Louis De Bernières, “ Il mandolino del capitano Corelli” , e l’omonimo film interpretato da Nicolas Cage e Penelope Cruz, secondo le parole del suo stesso figlio, in un’intervista a «La Stampa» dell’8 marzo 2010.
Fu poi numero due della Sala Stampa vaticana sotto tre papi, Pio XII, Giovanni XXIII e Paolo VI, dunque per circa trent’anni.
Alessio, per sfuggire alla giustizia italiana è riparato in Nicaragua dall’inizio degli anni Ottanta, dove si legò tra tutte le personalità sandiniste in particolare a Daniel Ortega eletto presidente nel 1984 e rieletto al vertice del Nicaragua nel 2016.
Di Ortega, secondo le cronache locali, Casimirri avrebbe salvato il figlio, sottraendolo a un agguato, con questo conquistandosi la più completa fiducia delle autorità del paese . Ha ottenuto la cittadinanza nicaraguense grazie a un matrimonio contratto sotto falso nome, ma essa sarebbe, secondo l’opposizione al regime di Ortega proprio per questo «illecita e illegale».
All’inizio del 2019 sono ripresi i tentativi italiani per la cattura di Casimirri, dopo l’arresto in Brasile dell’altro terrorista «rosso» latitante, Cesare Battisti. I legami di «Camillo» con il governo Ortega sono tuttora molto stretti. La figlia di Casimirri, Valeria, secondo le denunce degli antisantidinisti, sarebbe stata alla testa della Gioventù sandinista nelle manifestazioni di piazza contro l’opposizione nella primavera 2018, nei tumulti che hanno insanguinato il Paese (https://www.facebook.com/AlianzaMYA/photos/a.4691118635105 50.1073741828.468987793522957/47558654619) Tra il 2018 e il 2019 in Nicaragua sono rimaste uccise dalle milizie sandiniste oltre trecento persone, con attacchi e violenze anche contro la Chiesa cattolica, le sue strutture e alcuni vescovi. Il vescovo ausiliare di Managua Silvio Báez, minacciato di morte dalle squadracce sandiniste, è stato richiamato in Vaticano da papa Francesco l’11 aprile 2019, e ha dovuto lasciare il Paese.
A marzo 2022 Ortega ha anche espulso il Nunzio Pontificio, cioè l’Ambasciatore del Papa, un vero e proprio schiaffo a Bergoglio. ( https://www.justout.org/single-post/lo-schiaffo-di-managua-rifugio-sicuro-dei-misteri-italiani
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