UNA WAY OUT PER PIGNATONE
Modificata dal Papa con il Nuovo Motu Proprio anche la Corte di cassazione vaticana
di Maria Antonietta Calabrò
Un nuovo Motu Proprio del Papa firmato il 12 aprile 2023 ( il giorno dopo la deposizione davanti al Promotore di Giustizia del fratello di Emanuela Orlandi) e che è entrato subito in vigore permetterà un affiancamento con la nomina da parte del Papa di un presidente aggiunto del Presidente del Tribunale vaticano (attualmente l’ex Procuratore di Roma Giuseppe Pignatone ) nell’anno in cui deve presentare le sue dimissioni in modo che processi pluriennali non debbano subire uno stop per la successione come avvenuto in passato (procedimento contro Caloia e coimputati di peculato dei beni IOR).
Il Motu proprio di Francesco che interviene nuovamente a regolare un normativa vaticana che sicuramente andava adeguata alla complessità degli impegni che si sono sommati in campo giudiziario, potrebbe avere già un effetto dunque sul nuovo procedimento penale relativo alla scomparsa della “Vatican girl” , Emanuela Orlandi , e in cui il Promotore di Giustizia Alessandro Diddi procede per il reato di sequestro di persona e omicidio volontario aggravato dalla giovane età della ragazza.
Pignatone è stato nominato Presidente del Tribunale vaticano il 3 ottobre 2019 e nel decreto di nomina non era previsto nessun termine di mandato. Ma con l’entrata in vigore della riforma della Curia (5 giugno 2022) in cui tutti gli incarichi posso sono durare solo 5 anni (eventualmente rinnovabili una sola volta) si è posto abche il problema di come garantire la funzionalità del Tribunale. “Le esigenze emerse nel corso degli ultimi anni nel settore dell’amministrazione della giustizia richiedono ulteriori adeguamenti della normativa penale e dell’ordinamento giudiziario dello Stato della Città del Vaticano” , recita il Motu Proprio.
Per quanto attiene all’affiancamento del Presidente si legge:
“Nel rispetto del principio di immutabilità del giudice e per assicurare la ragionevole durata del processo, il Sommo Pontefice, nel corso dell’anno giudiziario in cui il presidente è tenuto a rassegnare le dimissioni, può nominare un presidente aggiunto, il quale coadiuva il presidente nell’esercizio delle funzioni di cui all’articolo 7, ha funzioni vicarie, presiede i collegi nei giudizi di prevedibile durata ultrannuale e subentra nella carica al momento della cessazione del presidente”.
Questo potrebbe accadere anche per un eventuale “ processo Orlandi “ il cui inizio del dibattimento potrebbe coincidere con la parte finale del primo quinquennio di Pignatone. L’ex Procuratore di Roma (nominato dal CSM nel 2012) peraltro potrebbe essere chiamato ad astenersi in relazione all’eventuale giudizio sulla scomparsa di Emanuela a causa del suo ruolo pregresso come Procuratore della capitale che aveva archiviato definitivamente le indagini in base alle evidenze raccolte in Italia . Pignatone da sempre è il pungbull di Pietro Orlandi, anche nell’ultima memoria depositata nelle mani di Diddi.
L’affiancamento potrebbe esser necessario anche per il giudizio civile per danni intentato dall’ex Revisore generale Libero Milone e dal suo vice Panicco contro la Segreteria di Stato (che è all’inizio del dibattimento).
Con un’altra norma del Motu Proprio sono stati ampliati,a scopo deflattivo, i poteri del Promotore di Giustizia se il reato “ritenuto di lieve entità in ragione delle modalità della condotta, della personalità dell’imputato, del danno cagionato alla persona offesa o del pericolo causato, nonché per le eventuali condotte riparatorie poste in essere dall’imputato, e se non si oppongono l’imputato o la persona offesa”. Il Promotore cioè può presentare al tribunale richiesta di sentenza di non luogo a procedere.
Modifiche anche alla Corte di Cassazione che giudica in ultima istanza tutti i processi. Tutti i quattro cardinali che ne faranno parte saranno nominati direttamente dal Papa e il collegio sarà integrato da due o più giudici che possono essere anche laici. Con il nuovo Motu proprio Francesco inoltre ha deciso che il Prefetto della Segnatura Apostolica non sarà automaticamente il Presidente della Corte di Cassazione. Lo stesso Presidente sarà nominato direttamente dal Papa. “La corte di cassazione – recita il nuovo articolo – è costituita da quattro cardinali nominati per un quinquennio dal Sommo Pontefice, il quale designa fra essi il presidente, nonché da due o più giudici applicati, nominati per un triennio con le modalità e nel rispetto dei criteri di cui all’articolo 8″.
Update dell'articolo pubblicato du Huffpost.it il 12 aprile 2023
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